Chiesa del Carmine – Carovigno (Br)

STORIA E STRUTTURA

“Quello che venne edificato nel primo ventennio del XVII secolo, era un complesso architettonico formato da chiesa e convento in un terreno detto campo della Sibilla, all’esterno dell’antica cinta muraria.
La chiesa, con l’antico ingresso (..) oggi laterale, ( sulla cui verticale era stata allestita una caditoia per la difesa piombante (*) ndr),  si compone di un’unica navata scandita da altari inseriti in nicchie, divisa all’altezza di tre quarti dall’altare maggiore delimitante con evidenza la zona del coro di pertinenza monastica.” (1)

Chiesa del Carmine – Facciata prospiciente la piazza
Chiesa del Carmine – Facciata laterale con l’antico ingresso
Chiesa del Carmine – Particolare del vecchio ingresso sormontato da finestra e caditoia
Chiesa del Carmine – Particolare di finestra e caditoia piombante (*)
Chiesa del Carmine e mosaico antistante
Mosaico
Chiesa del Carmine – Attuale ingresso della chiesa, con incisione sull’architrave del distico: DUM FLUET UNDA MARIS, CURRETQUE PER AETHERA PHOEBUS (mentre scorre l’onda del mare e Febo corre per i cieli) VIVET CARMELUS ORDO MIHI (vive in me l’Ordine dei Carmelitani)

“La dedicazione alla Madonna del Carmine rientra in un’estrema diffusione del culto carmelitano in tutto il mezzogiorno d’Italia in età vicereale. (..)
Il primo edificio, pur mantenendo sostanzialmente la stessa struttura architettonica dell’attuale, presentava un apparato estetico – cultuale totalmente differente.
L’aula, la volta e gli altari laterali dovevano, infatti, essere interamente ricoperti da pitture parietali; ciò nell’ambito della creazione di un ciclo pittorico che guidasse il fedele all’interno della dottrina cristiana e lo aiutasse a comprendere i fatti evangelici.
Col prosperare della comunità carmelitana, crebbero le donazioni a favore dell’edificio e, non per necessità strutturali, si andò a variare tutto l’apparato estetico della chiesa: le pareti vennero ricoperte da una tinta uniforme e gli altari di tele tanto grandi da dover necessitare della creazione di piccole scanalature nella muratura per poter essere perfettamente incastrate negli archi delle nicchie.” (1)

Chiesa del Carmine – unica navata

“L’aspetto della chiesa, per tre secoli caratterizzato dalla presenza delle tele sugli altari, ha determinato il perdersi della memoria dell’originario apparato decorativo. Negli anni settanta del secolo scorso, considerando le persistenze costituite da alcuni frammenti decorativi presenti sul campanile e sull’attiguo convento,ci si propose di portare nuovamente a vista i secenteschi dipinti parietali. L’intervento si limitò alla prima nicchia a destra di chi entra, in cui ha collocazione l’altare sotto il titolo della Crocifissione, rivelatosi interamente ricoperto da rappresentazioni sacre. L’intervento di riscoperta, in quegli anni, si limitò semplicemente al primo altare, con lievi saggi sul resto delle pareti.” (1)

A questo punto occorre precisare che “già con l’avvento dei bizantini, le chiese cristiane offrivano al visitatore una ricca quanto mai policroma, suggestiva pagina di teologia con la proposizione di affreschi murali riproducenti personaggi di santi ed immagini simbologiche la cui consuetudine venne mantenuta sino all’opera post- conciliare.” (2)

Altare della Crocifissione
Veduta del Crocefisso nella nicchia degli affreschi
Particolare degli affreschi
Particolare degli affreschi
Particolare degli affreschi
Particolare degli affreschi
Particolare degli affreschi
Particolare degli affreschi
Residui di affreschi presenti nella chiesa del Carmine

“Nella Chiesa del Carmine, ancora, si può ammirare un bel pulpito addossato alla parete di levante, al centro della navata, tutto in pietra locale, poggiante su tre beccatelli ad ornamentazione angelica.” (2)

Pulpito in pietra locale del sec. XVII esistente nella Chiesa del Carmine

“L’altare maggiore, di epoca vicina al secolo XVIII e di buon gusto barocco, racchiude una tela seicentesca di autore ignoto raffigurante la Vergine del Carmelo e più in sù, un’altra di dimensioni minori rappresentante l’Eterno Padre.” (2)

Chiesa del Carmine – Altare maggiore
Autore ignoto, Madonna del Carmine, tela del sec. XVII dell’altare maggiore della Chiesa del Carmine
Chiesa del Carmine – Tela raffigurante l’Eterno Padre

“Ai due lati dell’altare, sul filo di due ingressi vigilano ancora oggi S. Elia e S. Eliseo, statue  anch’esse in pietra locale, a testimonianza delle antiche colonne dell’Ordine Carmelitano.” (2)

Statua in pietra del sec. XVIII a lato dell’altare maggiore della Chiesa del Carmine, raffigurante il profeta Elia, patrono dell’Ordine Carmelitano, che con la sinistra tiene un libro attestante il suo ruolo di scriba celeste, secondo tradizione giudaica
Sulla destra, S. Eliseo, discepolo ed erede del profeta Elia, taumaturgo, considerato dai Carmelitani secondo fondatore dell’Ordine. Ha come attributo un vaso che ricorda il miracolo della moltiplicazione dell’olio

“All’interno, sulla controfacciata, trovò collocazione l’organo, realizzato il 1680 da Paolo Montedoro, precedentemente nel coro.” (3)

Organo di Paolo Montedoro del 1680

“Nelle otto cappelle laterali, originariamente ornate da pitture parietali, è documentazione dell’attività di locali botteghe seicentesche e settecentesche; nella prima a destra per chi entra è un Crocefisso ligneo secentesco;” (3)

Crocifisso ligneo del XVII sec.

“nella seconda un secentesco olio su tela con rappresentazione della Sacra Famiglia;” (3)

Autore ignoto, la Sacra Famiglia, tela della fine del secolo XVII conservata nella chiesa del Carmine (2)

“nella terza è il San Michele, tela commissionata da Antonio Errico;” (3)

Autore ignoto, S. Michele Arcangelo, tela del sec. XVIII conservata su di un altare della Chiesa del Carmine. A sinistra, su di un cartiglio si legge il nome del committente: ANTONIUS ERRICO F(IERI) F(ECIT) (2)

“nella quarta un secentesco olio su tela con rappresentazione di San Giovanni della Croce tra Sant’Andrea Corsini e san Vito martire.” (3)

Autore ignoto, S. Giovanni della Croce, carmelitano, tra S. Andrea Corsini, vescovo di Fiesole e S. Vito Martire. Tela del sec. XVIII conservata nella Chiesa del Carmine (2)

“Sulla sinistra, nella seconda cappella è il Sant’Antonio voluto da Angelo Tanzarella e dipinto il 1651 da Gianleonardo Cunavi, figlio del più celebre Andrea (1586 – post 1626);” (3)

Gianleonardo Cunavi, S. Antonio di Padova, nella Chiesa del Carmine (3)

“nella terza è il Transito di San Giuseppe, tela che Giuseppe Errico fece realizzare il 1660,” (3)

Autore ignoto, Il transito di S. Giuseppe, olio su tela del sec. XVII conservato nella Chiesa del Carmine. Sulla destra in basso si legge il nome del committente, l’anno 1660 e lo stemma raldico di tale famiglia

“nella quarta la secentesca tela con rappresentazione della Madonna di Costantinopoli con proposizione di una veduta di città, forse Carovigno.” (3)

Autore ignoto, Madonna di Costantinopoli, tela della fine del secolo XVII conservata nella Chiesa del Carmine. In calce si vede una rappresentazione della città di Costantinopoli (2)

“Nel coro sono il settecentesco San Lorenzo tra i martiri Leonardo e Stefano;” (3)

Porta di accesso al coro
Autore ignoto, S. Lorenzo tra i martiri Leonardo e Stefano, olio su tela del sec. XVIII conservata sul coro della Chiesa del Carmine. Tale opera (..) rammenta il supplizio sulla graticola patito dal santo il 10 agosto 258 (2)

“il Giudizio Universale attribuibile a Barnaba Zizzi (1762-1828);” (3)

Autore ignoto del sec. XIX, Il Giudizio Universale, olio su tela esistente nel coro della Chiesa del Carmine. Una simile opera, probabilmente dlela stessa mano, si vede nella Chiesa Matrice di S. Vito dei N. (2)

“la secentesca tela avente a soggetto la Presentazione di Gesù a san Giovanni Battista.” (3)

Autore ignoto, La presentazione di Gesù a S. Giovanni Battista, olio su tela del sec. XVII. Propone tematiche legate all’Antico ed al Nuovo Testamento. A sinistra Zaccaria affiancato da S. Elisabetta, presentando Gesù al Battista, gli pronuncia ECCE AGNUS DEI QUI TOLLIS PECCATA MUNDI, frase che l’autore dell’opera riporta nel giro della manica di detto Zaccaria. (2)

“di Autore ignoto dei primi del ‘900, l’offerta durante la celebrazione eucaristica” (2)

Autore ignoto dei primi del ‘900, l’offerta durante la celebrazione eucaristica (2)

“Sulla volta del coro è la novecentesca raffigurazione del Sogno di san Simone Stock.” (3)

Chiesa del Carmine, S. Simone Stok riceve lo Scapolare

Statuaria presente nella chiesa

antica acquasantiera

“Il convento carmelitano adiacente, coevo alla chiesa, (..) fu soppresso nel decennio francese; il 1813 ne ebbe gratuita regia concessione il comune di Carovigno che vi ha, da allora, la propria sede.” (3)

Note:

(*) La piombatoia (o caditoia) è una buca a forma di feritoia fatta negli sporti delle rocche, nei ballatoi delle antiche fortificazioni, nelle volte delle torri e, talvolta, anche in abitazioni private. La funzione delle piombatoie consentiva la tattica militare della difesa piombante, la quale consiste nel far cadere sul nemico assediante (oramai prossimo alle mura difensive), sia liquidi infiammabili o bollenti, sia materiali solidi come laterizi o pietre (fonte wikipedia).

Bibliografia e siti web:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”

(1) Antonia Barillà, NUOVE ACCESSIONI PER LA CHIESA DEL CARMINE IN CAROVIGNO – relazione svolta nell’occasione del XV Colloquio sui Beni Culturali dellʹArchidiocesi di Brindisi ‐ Ostuni. Il compiuto restauro della chiesa del Carmine in               Carovigno.  Carovigno, 20 ottobre 2009. (pdf)

(2) Enzo Filomena, Carovigno sacra e laica. Ed.Arti grafiche pugliesi, Martina Franca (Ta) 1987

(3) http://www.brindisiweb.it/arcidiocesi/chiese/svcasm/ca_carmine.htm

1 commento

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